Nairobi – Riposo forzato (e imprevisto)

Chris Froome chi è costui?

t21-sosta-nairobi1Avrei dovuto scrivere da almeno un centinaio di chilometri da Nairobi, invece scrivo dalla cameretta che i ragazzi di David hanno liberato per me nel compound di Kikuyo, subito dopo il più famoso quartiere di Karen, che si crede si chiami così perchè vi abitava Karen Blixen, l’autrice de “La mia africa”; l’origine del nome è in realtà un po’ più complicata anche se la stessa Blixen ha affermato che il quartiere porta il nome in suo onore. Continua a leggere

Nairobi – Riposo (si fa per dire…)

La prima volta che venni in Africa fu proprio a Nairobi, ci sono poi passato molte volte nel corso degli anni, ma entrarci in bici all’ora in cui chiudono le fabbriche, ritrovarsi immersi nel traffico, superare centinaia di macchine e camion vittime di rotonde e semafori, fa un effetto particolare. Mi sono ricordato del tempo passato incolonnato in tangenziale nella mia vita precedente. Penso che difficilmente riproverò la stessa sensazione benevola nei confronti del traffico che ho provato ieri!

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Ventesima tappa

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Ho imparato che è meglio attraversare i confine alla sera: c’è meno gente, ci si mette meno e il giorno dopo sei pronto per ripartire direttamente per la nuova destinazione. Da Namanga ci passai nel lontano 1998 quando scalai il Kilimanjaro, che oggi speravo di vedere in lontananza ma non l’ho visto perché il cielo era coperto, ma non sono sicuro si possa vedere da dove sono passato.

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Diciannovesima tappa

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Sto pedalando da circa 20 km su questa strada con la dermatite, è piena di pietre incastonate nel terreno, dove cerco sollievo ai lati della strada dove la situazione è leggermente migliore, 40 metri davanti un uomo anziano, musulmano direi a giudicare dal copricapo, si piega, raccoglie una pietra davanti a me, e la butta via nel terreno di fianco alla strada, per rendermi più agevole la pedalata. Quando ci incrociamo mi sorride e mi dice safari njema, fai buon viaggio. Dopo più o meno 500 km di strada impossibile un gesto così è difficile da dimenticare … Continua a leggere

Diciasettesima tappa

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Con internet wifi in camera, i pantaloncini e la calze che non si erano per niente asciugati durante la notte, e la tentazione di prendermi un giorno di riposo per vedere la partita dell’Italia non è stato facile, e possibile, lasciare ad un ora dignitosa l’albergo per espatriati annoiati e tanzaniani rampanti dove mi trovavo. Continua a leggere

Quindicesima tappa

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Ho le braccia di Mastrolindo, ma non il suo profumo. In questa tappa le braccia sono state messe a dura prova! La strada, a parte i primi 15 km, ha tutto quello che un ciclista non vorrebbe trovare, un’orgia confusa di sabbia, pietre, terra bagnata che si annida tra parafango e ruota, ‘onde cementificate’ procurate da mezzi cingolati, Continua a leggere