Quarantatreesima tappa

Articolo mandato dal laptop di un poliziotto nel mezzo del deserto

No le persiane non le avevo considerate …

Ieri sera ero così stanco che non mi ero accorto che c’erano le tapparelle, quindi stamattina dopo aver spento la sveglia puntata alle 6 per il tappone, ho dormito fino alle dieci! Poco male perchè nella notte c’era stato un diluvio universale, i dipendenti dell’immigration office sono arrivati tardi, e i miei documenti sono venuti pronti verso mezzogiorno e io … un paio d’ore dopo … Continua a leggere

Quarantaduesima tappa

Proviamo a fare questo tappone!

Anticipo la sveglia di mezzora, quando scendo nella hall trovo il manager che sta dormendo su una poltrona, mentre ascolta preghiere da una stazione radio, dal televisore … anche ieri sera ascoltavano la radio dal televisore erano tutti seduti ascoltando, guardando lo schermo blu con indicate le frequenze della radio. Sta dormendo, non avranno preparato niente penso, cazzo, invece sul mio tavolo c’è tutto pronto e protetto da domopack, riesco a tenermi per il viaggio, un panino col formaggino e una mela. Pago senza ricevuta perchè se no bisogna aggiungere le tasse … tutto il mondo è paese … ma il mio passapaorto e visto vengono registrati accuratamente su due registri … non esisteranno ancora i controlli incrociati qui?

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Quarantunesima tappa

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Il Nilo per la seconda volta …

Questa volta l’incontro è stato meno traumatico che in Etiopia, niente discesa e salita di 22 km, ma semplicemente un ponte presidiato da due poliziotti annoiati.

Il Sudan è decisamente piatto, se fosse una donna pochi si girerebbero a guardarla per strada, però da ieri, poco dopo Al Qadarif, è comparso il vento, forte che soffia da Sud verso Nord, anche oggi dopo i primi 25 km di tregua mi ha accompagnato per lunghi tratti di traverso, qualche volta frontale, e per una decina di chilometri si è degnato di spingermi … in Sudan si guida a destra come in Etiopia … il vento è riuscito a spingermi giù dall’asfalto tre o quattro volte … domani per andare a Khartoum si svolta a destra verso Nord … speriamo di aver capito bene da che parte tira … perchè vorrei fare un tappone … prima di immergermi nel Nord Sudan dove Nilo, deserto, villaggi con le brande, mi metteranno a dura prova …

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Quarantesima tappa

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Migreh non è un villaggio …

è un mercato, un posto dove si fermano i camion quando gli autisti sono stanchi, c’è una moschea e tanti piccoli negozi, nessun albergo ma solo le brandine che ho evitato ieri a Doka … è giusto così cosa sarebbe un viaggio attraverso il Sudan senza almeno una dormita su queste brande a cielo aperto, colorate, asimmetriche, e devo dire anche abbastanza comode … è da qui che sto scrivendo spero solo che non piova … non so se tirare fuori il sacco a pelo o no fa caldo e se piove mi si asciugherà in Egitto …

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Trentanovesima tappa

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Good bye Etiopia, welcome Ramadan!

Gli ultimi 35 chilometri sono passati piuttosto velocemente, con la bici che produceva strani rumori come sempre succede quando il giorno prima abbiamo preso tanta acqua.

Arrivato al confine per entrare in Sudan si passa da una barriera costituita da una corda, passo sotto, un tipico pastore etiope mi dice che vuole controllare il mio bagaglio … non lo cago … e vado all’ufficio dove timbrano i passaporti … il pastore mi rincorre … e ripete la stessa solfa … gli chiedo di mostrarmi il tesserino … ce l’ha! Torniamo indietro controlla, mi chiede se ho il laptop, e chi dimostra che è mio … controlla sommariamente nelle borse e mi lascia andare …

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Trentottesima tappa

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‘Rain rain go away!’ …

‘Dove stai andando?’ mi chiede un vecchietto vestito bene di fronte alla farmacia di Gondar dove sto cercando in vano di parcheggiare la bicicletta su una strada fangosa … ‘in farmacia, ma non ho il cavalletto …’ ‘non preoccuparti te la tengo io’ … il farmacista ha detto che ho mangiato ‘poisoned food’ e mi ha dato cyproxin da prendere ogni 12 ore … ‘sei in viaggio da solo?’ chiede il vecchietto ‘si’ … ‘pregherò per te’ …

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Trentasettesima tappa

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“Il fuoco di un camino
non è caldo come il sole del mattino…”

Dopo la pioggia di ieri finalmente il sole, la partenza è calda su una strada facile … non ricordo una giornata calda da Addis …

I pulmann in Etiopia hanno un megafono sul tetto, è bello sentirli arrivare, sono gioiosi e penso la musica serva anche a tenere lontani i bambini dalla strada e forse gli asini e le vacche … oggi il mio teorema che più ci avvicina ai centri turistici più aumenta l’accattonaggio e la stupidità ha trovato diverse dimostrazioni pratiche … i sassi che non mi arrivavano da tempo sono ricomparsi … uno lanciatomi da un simpatico pastorello da una collinetta era grosso come una mela … Continua a leggere

Trentaseiesima tappa

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‘Penso di essere uno dei primi ferenje che passa la notte qui’ dico alla coppia che mi ha accompagnato nell’albergo senza insegna.

‘Noooo … ce ne è stato un altro a settembre due anni fa …’ rispondono … abbiamo riso per cinque minuti. Dicevano ‘not the first, the second!’ …

C’era un disegno sul mio sussidiario delle elementari che ritraeva gli schiavi che costruivano le piramidi, mi ricordo file infinite di schiavi che portavano ognuno una pietra. Continua a leggere

Trentacinquesima tappa

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Quando ghe nè più, ghe nè a mo!’, si dice dalle mie parti.

Se questa notte alle cinque, mentre facevo avanti indietro dal bagno, mi avessero detto … farai 94 km mi sarei messo a ridere … pensavo lo stomaco fosse il punto forte del mio scarso fisico … invece qualche cibo speziato mi ha tradito … ho avuto la lucidità di bere dei sali minerali e mangiare delle caramelle di destrosio per avere un minimo di energia per ripartire … quando la sveglia suona alle 6 e 56 la spengo … sto dormendo finalmente bene … a colazione riesco a bere un thè nel quale ci metto più zucchero possibile e mangio tre di quelle barrette pastose della Enervit che Serena mi aveva dato a Nairobi e stanno finendo …

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