Jane Mutambo, 20 anni, è giocatrice professionista di calcio e madre di un bambino di 4 anni. Dal 2010 gioca nella squadra di calcio femminile dell’aeronautica zambiana “Women Red Arrows”, ed è inoltre giocatrice della nazionale femminile dello Zambia. Si allena tre volte la settimana a Lusaka, la capitale. Ci incontriamo una domenica mattina in una veranda a Kafue, la sua città natale. È timida, ma sorride con tutto il corpo. È contenta di essere qui a raccontarmi della sua vita e parlare di calcio: i suoi occhi si riempiono di umile e allegro orgoglio mentre mi mostra alcune fotografie che la ritraggono in nazionale.
Quando e perché hai cominciato a giocare a calcio?
Da piccola guardavo le partite dei campionati stranieri in televisione: così è nata la mia grande passione per il calcio. A 12 anni ho iniziato ad allenarmi con una squadra di calcio femminile. Essendo la più giovane, spesso l’allenatore mi insegnava le basi del calcio a bordo campo, mentre le altre compagne si allenavano. Fin dall’inizio mi divertiva moltissimo giocare e da allora non ho mai perso la passione; a 14 anni ero una brava centrocampista e non ho avuto problemi a farmi valere anche quando ci siamo unite ad una squadra maschile per formare una squadra mista. A 15 anni vinsi il mio primo torneo a Monze con la squadra mista, ricordo ancora la gioia di quel giorno!
Dopo aver vinto il torneo a Monze decisi, seguendo il consiglio del mio allenatore Mr. Mwansa, di diventare portiere: affrontai questa nuova sfida con entusiasmo e molto presto ottenni risultati brillanti. Pochi mesi dopo fui selezionata per far parte sia della nazionale under 17 che di quella under 20. Con queste squadre andammo in Ghana e Sudafrica per le partite di qualificazione per i mondiali: non ci qualificammo, ma vinsi il premio come miglior portiere in entrambe le categorie. L’anno dopo, quando avevo 16 anni, diventai il portiere della nazionale senior; giocammo in Angola, Sudafrica e Zimbabwe. Poi rimasi incinta e dovetti smettere di giocare.
Abbandonasti la carriera?
No! Anche se, a dire il vero, stavo quasi per farlo.
Era un periodo molto duro per me. Avevo solo 16 anni e giocare a calcio nella nazionale rappresentava non solo la realizzazione di un sogno ma anche una magnifica opportunità di crescita personale. Mi trovavo di fronte ad una decisione molto difficile: diventare madre o continuare ad inseguire il sogno di giocare a calcio da professionista? Molti avevano un’idea precisa di cosa dovessi fare, ma io non volevo rinunciare né al bambino né al calcio. In quel periodo il mio allenatore Mr. Mwansa fu di grande aiuto per mantenere la determinazione a tornare a giocare quando mio figlio fosse nato. Lo sport mi aveva insegnato che vale la pena sforzarsi per raggiungere i propri obiettivi e che nulla può dare più soddisfazione della realizzazione di un sogno; ecco perché dopo soli tre mesi dal parto ero già in campo per allenarmi!
Jane mi sorride con uno sguardo pieno di orgoglio e prosegue:
Tornare ad allenarmi era allo stesso tempo difficile ed entusiasmante. Spesso portavo mio figlio alle partite e l’allenatore si occupava di lui mentre giocavo. Sono riuscita a riprendere la mia carriera da professionista tornando a giocare in nazionale, ed ho anche ricevuto una borsa di studio per completare il ciclo d’istruzione superiore alla Naboye secondary school! Tutto questo continuando a fare la mamma!
Sembri impersonare il motto della nostra prossima attività. Hai sentito parlare del torneo “Never Give Up” 2012, che SPORT2BUILD sta organizzando in varie zone del distretto di Kafue?
Certo! Sono sempre aggiornata su quello che succede nella mia città natale e sono molto contenta che molte squadre abbiano già mostrato interesse per partecipare al torneo di SPORT2BUILD. È davvero molto positivo per i giovani: i ragazzi possono vedere giocare i loro amici e sviluppare loro stessi un interesse per lo sport. Lo sport non serve solo ad avere uno stile di vita salutare e a mantenersi in forma. In molte zone qui intorno ci sono pochissime iniziative per i più giovani, che spesso finiscono per passare molto tempo in strada. Far parte di una squadra, impegnarsi per raggiungere i propri obiettivi, migliorare se stessi e interagire con gli altri sono alcune delle lezioni che si imparano giocando a calcio. Spero inoltre che il torneo Never Give Up possa essere un’occasione per alcuni bambini e ragazzi di ricevere offerte di borse di studio dalle scuole della zona. Voglio dire una cosa a tutte le ragazze che parteciperanno al torneo: qualunque sia il vostro obiettivo, siate determinate nel raggiungerlo!
Jane, devi essere molto orgogliosa di quello che hai realizzato nella vita.
Lo sono, certamente: ma sono ancora giovane e ho molti progetti. Voglio giocare all’estero come professionista e voglio ricevere una borsa di studio per studiare all’università.
Buona fortuna, Jane! La tua passione e la tua determinazione ti porteranno lontano. Un’ultima cosa: vorrei avere una fotografia con una grande atleta. Sì Jane, parlo proprio di te!
Michelangelo Dall’Ora