“Rain rain go away come another day“, canta Chimba. I Foo Fighters cantano “Shame shame go away come back another day“. Io urlo “Wind wind go away and never come back again!“. Aspetto una tappa piatta e col vento a favore, come un carcerato aspetta di vedere la sua donna. Questa mattina il vento si è scatenato violentemente poi dal 50° kilometro in poi si è calmato, e quando già assaporavo il colpaccio di arrivare a Lundazi, ho trovato un grosso cartello giallo che diceva attenzione strada in rifacimento e piena di buche! La strada è passata da asfaltata a sterrata, con traffico limitato ai mezzi impegnati nei lavori, in un punto dove stavano spianando la terra di riporto, sono stato autorizzato a proseguire sulla strada invece di prendere la deviazione. Non l’avessi mai fatto ! In 300 metri la bici si è paralizzata perchè la terra bagnata e collosa ha riempito lo spazio tra le ruote e i parafanghi impedendo alla ruote di girare, e mi è anche caduta la catena. Mentre ero intento sistemare il tutto, ho conosciuto il bengalese che supervisionava i lavori per conto dell’impresa indiana che ha in appalto i lavori, la geografia dell’economia è cambiata, e sta modificandosi ancora. Risolto il problema sono ripartito di slancio approfittando della strada che scendeva, ma dopo una decina di kilometri, lanciato in una discesa velocissima mi sono ritrovato sul bitume e per poco non volavo.
La ‘troupe’ dei video è arrivata prima del solito verso il 40° km, nei due giorni precedenti arrivavano al 100° km, come al Giro d’Italia …
Ho conosciuto Mr. Tapson Njere capovillaggio (headman) di Magodi Jere della tribù Ngoni. Gli Ngoni sono discendenti di Shaka Zulu, sudafricano, il cui esercito diede filo da torcere agli Inglesi prima e ai Boeri poi. Oggi rimane, ogni anno in febbraio, la festa tradizionale chiamata Nc’wala Ceremony nell’arena che ho incontrato prima di Chipata.
Sul percorso oggi oltre alle solite taverne anche tanti mulini, e all’inizio gli spaccapietre, tra loro molte donne, che come condannati ai lavori forzati riducono a pezzi pietre di grandi dimensioni, con lo scalpello e il martello.
Anche Chisi, il vice direttore della Kamkwesi Basic School, che mi ha ospitato meglio che in un albergo in casa sua insieme alla ‘troupe’ è Ngoni. Mi ha elencato una serie di scuole che ci sono nella zona e la sua ha 416 studenti così gli ho detto ‘ci saranno tante famiglie qui in giro, dalla strada non sembrerebbe’ e lui mi ha risposto ridendo ‘le famiglie non sono tantissime, il fatto è che qui sono Tumbuka, una tribù che accetta la poligamia, ci sono uomini con più di tre mogli e quindici figli’. Penso avesse un po’ d’invidia mentre parlava. Abbiamo mangiato Nsima, la polenta bianca senza sale, che si mangia con nomi diversi più o meno in tutta l’africa sub sahariana, uova, soya e pollo. Accoglienza perfetta.
La casa è essenziale con il tipico porta televisione ad arco di metallo, dove trovano posto anche uno stereo, un dvd e delle casse abbastanza potenti. L’elettricità non c’è e il tutto funziona con una batteria della macchina. Il soggiorno è tappezzato di calendari celebrativi ed educativi quello dello Zambia Campione d’Africa 2012, quello del PF il partito che ha vinto per la prima volta le elezioni a settembre, quello dei più grandi leader del mondo, e infine, il mio preferito quello con tutti i presidenti africani.
Sul lato opposto ai calendari c’è una specie di poster con una Bibbia incastonata in una cornice di carta e una citazione dal libro di Giosuè (1:6-7) che dice ‘Sii forte e di buon coraggio!’, forse non sono capitato qui per caso, perfetto per il mio viaggio. Per ora anche se arrivo alla sera distrutto al mattino ho sempre voglia di spaccare il mondo.
Chipata S13°37.853’ E 32°37.553 – Kawinga Kamkwesi Basic School S12° 42.571’ E 32° 55.083
124 km