Ottava tappa

Zambia arrivederci a settembre!

23_8-tappa_2Oggi partenza presto dal castello, colazione abbondante, le uova, buonissime, ne mangio che non si contano, voglio arrivare a Muzuzu e ho davanti a me 75 km di sterrato, prima di trovare l’asfalto e devo passare anche il confine a Mqocha. La ‘troupe’ girerà un ultimo filmato zambiano.

Sulla strada che porta al confine c’è il festival della bicicletta, ce ne sono tantissime che traportano di tutto, casse di birra, una poltrona, polli, persone, pomodori, cavoli, uova, … Mentre sono lanciato a buona velocità vengo raggiunto da una bici con una gabbia vuota sul portapacchi, la guida George che porta delle cuffie giganti da disk jockey, che come loro si mette intorno al collo quando inizia a parlarmi del suo allevamento d’anatre. Lui ha molte anatre, e da alcuni pulcini a dei ‘terzisti’ che le nutrono fino a quando sono pronte per essere vendute. Quando le anatre sono pronte George se ne riprende una parte e lascia le altre all’allevatore in subappalto. Un baratto. Anche questo è business in Africa.

Il primo passaggio di confine è stato abbastanza veloce, non penso passino in molti col passaporto da quelle parti, in Malawi non sapevano se dovevano farmi un documento per la bicicletta poi mi hanno lasciato andare.

Dopo gli ultimi saluti con la ‘troupe’, sono partito per la stradina sterrata, larga al massimo 3 metri,  che va a Mzimba, qui le bici sono aumentate, sembrava di essere su di una tangenziale frequentata solo da biciclette. L’attenzione richiesta è la stessa della tangenziale di Milano perchè la strada è sabbiosa e se si esce dalla strisce lasciate da chi è passato prima ci si insabbia, ci si fa dei peli millemimetrici, e nessuno lascia strada volentieri agli altri. In generale in questi giorni non ho avuto occasione di sfruttare la scia dei ciclisti perchè quelli che si muovono da villaggio in villaggio, vanno forte e mi vedono come, il bwana, un avversario da staccare. Quelli che si muovono su lunghe distanze sono di solito stracarichi e vanno piano. Oggi per qualche kilometro sono stato dietro a tre ragazze, mi sorpassano ad una buona velocità, la prima, con un sedere che occupa lo stesso spazio delle mie borse laterali, pedala con forza e si vede conosce bene la strada, la terza pedala agilissima spingendo le ballerine sui pioli perchè i pedali non ci sono più e trasporta un cesto pieno di frittellone che venderà da qualche parte, poi si fermano a bere ad una delle tante pompe manuali che ho incontrato.

Alla fine dello sterrato le salite si fanno impegnative, sia per la pendenza che per le pietre che le infestano, su una di queste salite dalla pendenza impossibile un bambino mi insegue per salutarmi e fare una foto. Nella discesa successiva, mentre sto mettendo un rapporto più duro, un rumore improvviso e funesto, rompe la quiete della foresta, subito dopo la bici si ferma bruscamente e i pedali sono bloccati. La catena si è aggrovigliata come un elastico impazzito, guardo sotto la borsa di destra e vedo il cambio rotto in due … dopo un paio di tentativi di riparazione impossibile, vorrei prendere a calci la bici, poi inizio a camminare sulle salite spingendo la bici  per poi scendere senza poter pedalare finchè la forza d’inerzia me lo pemette.

22_8-tappa_1Alla fine dello sterrato, dopo alcuni kilometri a spingere,  dal nulla sbuca un TIR che tornava da Lundazi, carichiamo con l’autista buon samaritano la bici su dei sacchi di mais, e andiamo da un amico dell’autista al mercato di Mzuzu, dove troviamo un pezzo che assomiglia al mio, ma non troppo, e un meccanico di bici di buona volontà che lavora fino alle 6 passate quando il mercato è già chiuso. Abbiamo lavorato per successive approssimazioni alla fine il cambio posteriore è composto, da pezzi del nuovo e del vecchio. Mi ha garantito che la bici andrà avanti a lungo. Speriamo almeno fino a Nairobi.

Ho trovato posto per caso perchè il mio prescelto era fully booked al Mzoozoozoo un posto carino per espatriati e non, dove ho incontrato anche un italiano di cui avevo conosciuto il cugino a Lusaka!

L’Africa, lo Zambia e il Malawi in particolare sono i migliori posti del mondo dove avere un problema meccanico, una soluzione la si trova sempre, e qualcuno disposto ad aiutarti c’è sempre.

Non si può fare sempre quello che si vuole, e spingere sempre sull’acceleratore!

Lundazi S12° 85.496’ E 33° 20.196’ – Mzuzu S 11° 45.807’ E 34° 01.513’

157 km