Iringa è in cima ad un cocuzzolo a cui ci si arriva dopo una salitona di un paio di kilometri , che si prende svoltando a sinistra della strada principale che va a Dar es Saalam. Era stata una roccaforte dei tedeschi, sarà per questo che al pub 255 dove ho visto la partita erano tutti per l’Italia e super Mario.
Il fuso mi ha confuso! Questa mattina avevamo appuntamento per la colazione alle 7,30, verso le 7 una delle ragazze del COPE, mi ha bussato chiedendomi se era tutto a posto, si ho detto. Poi quando sono arrivato al tavolo per la colazione mi sono reso conto che le mie 7,30 erano le 8,30 in Tanzania! Dapprima ho pensato che il Blackberry
avesse fatto qualche strano aggiornamento, poi confrontando anche l’ora indicata sul cronometrino della bici ho capito che seguivo l’ora sbagliata da quando sono entrato in Tanzania, meglio tardi che mai! La cosa positiva è che viene buio molto più tardi che in Zambia e che da domani partendo alle reali 7,30 riuscirò a fare un po’ più kilometri. La dottoressa del COPE mi ha dato un ricco ‘cesto alimentare’ con anche una crostatina al cioccolato made in Italy, che terrò per quando sarò in crisi.
Nelle prima parte del percorso oggi ho attraversato molte foreste di eucalipti e pini passando da Sao Hill, dove c’è un avviato progetto iniziato dai norvegesi per lo sfruttamento sostenibile della foresta, ho notato una certa somiglianza con quella zona del Sud Africa che confina con lo Swaziland, l’aria e l’altitudine sono di montagna, ho
cercato di respirare a pieni polmoni per ossigenarmi al meglio in vista dei prossimi sforzi.
Oggi ho preso la tappa dolcemente con l’approccio del pensionato che porta il cane al parco, piuttosto che del ciclista lanciato verso Londra. L’approccio dolce ha funzionato bene, come a volte mi è successo anche in altre cose in Africa, e sono arrivato ad Iringa che era ancora chiaro, nonostante i numerosi lavori in corso che ho trovato per
strada.
Ormai sono in Tanzania da più di 400 km e come mi succedeva in Zambia sulla strada per Chipata ci sono alcuni autisti di pullman, che fanno avanti e indietro, che mi riconoscono e mi salutano contenti. Questo non li esime da sbattermi fuori strada puntandomi come un birillo del bowling, hanno dei clacson dal suono odioso, stridulo e potente, che strombazzato in sequenza vuol dire “levati dalle palle amico e subito“. In un contesto piuttosto lento, non si capisce cosa li spinga a derapare e piegarsi in curva come Valentino Rossi, sembrano molecole impazzite, surriscaldate, pronte ad esplodere. Del piede pesante degli autisti locali si devono essere accorti anche i cinesi, che nei loro cantieri hanno risolto il problema introducendo lunghissimi tratti di senso unico alternato e … l’Ape safety car come nella formula 1 … il convoglio di veicoli non può superare l’ape, che ai lati della cabina ha due segnali rotondi di divieto di sorpasso che lo fanno sembrare un topino con le orecchie grosse inseguito da bestie arrabbiate e frustrate che vorrebbero sbranarselo.
Domani a Dodoma sullo sterrato!
Nyororo S 8° 30.42’ E 35° 04.45’ – Iringa S 7°77.00’ E 35°69.00’
121 km