Ho sempre pensato all’augurio ‘Buon viaggio’, ‘Mwende bwino’ in Zambia e ‘Safari Njema’ in Tanzania, come un eccesso di cortesia o qualcosa detto per abitudine, che lascia un po’ il tempo che trova, da qualche giorno sto cambiando idea …
Se i pulmann non fanno questa strada da Iringa a Dodoma e passano da Morogoro, allungando di 232 km, un motivo ci sarà pure! Oggi volevo arrivare a Dodoma, quindi sveglia prestissimo colazione a base di biscotti all’avena e una frittata di quattro uova e verdure e via! Delle quattro strade principali che portano a Dodoma, tre sono sterrate, non so quante altre capitali al mondo sono in questa situazione.
Pensavo di prendere la prima pietra in testa da un bambino etiope, invece, pronti via e una Toyota Hilux che mi ha superato a velocità folle, ha fatto decollare dei sassi uno dei quali mi è arrivato sul caschetto, senza conseguenze per me, il casco non l’ho ancora controllato.
Siamo in inverno, ma oggi da mezzogiorno alle tre faceva un caldo bestiale, ho bevuto sette litri d’acqua, e un paio me li sono rovesciati in testa. Non ho mai visto tanti baobab tutti insieme, nelle valli che ho attraversato ce n’erano di tutte le età e dimensioni. Tanti giovani, la risposta della natura a tutti quelli che sono stati sradicati per costruire la strada.
133 chilometri di orgia sterrata, con una prevalenza di sabbia rossa e bianca, con quest’ultima faccio una fatica immane a spingere la mia bamboo bike, inoltre per lunghi tratti le ‘ondine cementificate’ che mettono a dura prova sia la struttura della bici, borse incluse, e del sottoscritto soprattutto in discesa. Ho dei guanti da bici che non ho ancora messo, così mi sono uscite due fiacche sui palmi delle mani. Io e la bici siamo stati letteralmente ricoperti di sabbia, ad un certo punto pensavo che non ce l’avrei fatta ad arrivare a Dodoma oggi, poi la strada è un po’ migliorata, il caldo è diminuito e sono riuscito a pedalare bene, e quando ho potuto sfruttare la bella strada sterrata che i cinesi stanno realizzando a ritmi serratI, ho sentito la mancanza di quelle protesi per il manubrio lunghissime che si usano agli albori del triathlon.
Per lunghi tratti non ho incontrato ne persone, ne veicoli e nemmeno animali sebbene ci fossero delle acacie perfette per le giraffe, verso la fine qualche mezzo a motore l’ho incrociato e anche pochissimi pulmann diretti a Iringa. Si tratta di pulmann terminali, nati prima di me, che possono morire insieme ai loro passeggeri da un momento all’altro, caricati così tanto da sembrare quadrati, quando mi passano vicino ho paura che qualcosa mi cada in testa.
A circa 25 km dall’arrivo un gruppo numeroso di ragazzi e bambini mi è corso dietro danzando e cantando con un entusiasmo mai visto fino ad ora in Tanzania, questo insieme a una telefonata da Chaniana in Zambia dove gli atleti della Never Give Up mi incoraggiavano in coro, mi ha dato la carica per finire la tappa in bellezza.
E’ stata una tappa molto faticosa e incoraggiante, domani mi aspetta ancora lo sterrato speriamo sia un po’ meglio.
Ho un dubbio non è che i cinesi mi stanno mettendo i bastoni tra le ruote perchè non andai a Pechino in bici?
Mtera Dam S 7° 13.66’ E 35°98.77’ – Dodoma S 6° 17.30’ E 35° 74.19’
136 km