Sto pedalando da circa 20 km su questa strada con la dermatite, è piena di pietre incastonate nel terreno, dove cerco sollievo ai lati della strada dove la situazione è leggermente migliore, 40 metri davanti un uomo anziano, musulmano direi a giudicare dal copricapo, si piega, raccoglie una pietra davanti a me, e la butta via nel terreno di fianco alla strada, per rendermi più agevole la pedalata. Quando ci incrociamo mi sorride e mi dice safari njema, fai buon viaggio. Dopo più o meno 500 km di strada impossibile un gesto così è difficile da dimenticare …
Intanto il cambio è sempre più automatico, decide lui quando cambiare e quando non cambiare, soprattutto in salita quando uso i rapportini.
Da Kondoa si sale a lungo per poi scendere a Babati in picchiata tra le banane, negli ultimi 40 km verso Babati sembra di essere in un microclima diverso, ci sono tanti torrentelli e fiumi, la vegetazione è verde smeraldo e le banane dominano il paesaggio.
Poco prima di Babati su una salitella il cambio si accartoccia ancora all’insù. La bici si blocca tanto che il contracolpo mi fa sobbalzare prima in avanti e poi indietro. Il pezzo sostituito in Malawi è durato mille chilometri! Il cambio posteriore a forma di esse dove la catena scorre tra le due coroncine è storto. Penso non si sia rotto come l’altro perchè questo, sebbene di qualità inferiore è tutto di metallo, mentre l’altro aveva dei pezzi di plastica. Non passa nessuno. Inizio a lavorarci per successive approssimazioni, ma il risultato non è un granchè.
Mentre sono lì che mi arrovello sotto il sole, passa un pick up, mi dicono che non pensano a Babati si trovi qualcosa per il mio cambio, comunque mi possono dare uno strappo, dico grazie e raccolgo le brugole, e le altre cose che ho lasciato in giro. Mentre sto chiudendo le borse la macchina se ne va … nello stesso istante, da una scorciatoia escono due donne alte e molto eleganti, che mi chiedono se va tutto bene, ho rotto il cambio dico, parliamo a gesti, mi dicono che devo mangiare … forse apparivo un po’ stravolto … una delle due mi mostra un sacchetto di plastica con dentro una specie di crema gialla e mi dice di prenderne un po’ … che sia miele? … faccio il verso delle api ‘bzzz bzzz bzzz’ simulando il volo delle api con la mano … loro fanno si con la testa … mostro le mie mani che sono più nere delle sue … e faccio segno che non le posso infilare nel sachetto … la donna che ha in mano il sacchetto mi imbocca … è un miele dolce molto grezzo con anche dei pezzi di cera che mi fa capire che non sono solo … la dolcezza dei tanzaniani è inversamente proporzionale alla durezza delle strade.
Rimetto tutto nelle borse, e decido di ripartire pedalando dove posso, camminando o facendo il ‘monopattino’ dove i rapporti che ho a disposizione non mi permettono di pedalare.
In un pezzo in salita dove cammino sento il rumore di un camion che scala le marce per salire, si ferma, facciamo un ultimo sforzo per caricare la bici, dato che il camion che trasporta mais ha l’accesso al cassone posteriore posto molto in alto, l’autista e il suo aiutante stanno andando ad Arusha, sono molto gentili e, barriere linguistiche a parte, hanno molta voglia di parlare con me e l’aiutante mi lascia il posto davanti di fianco al conducente e si accomoda dietro di noi dove c’è il lettino. A Babati un meccanico che fa manuntenzione a moto e biciclette, mi consiglia di andare ad Arusha. Ripartiamo per Arusha e mi addormento cullato da radio Imam e musica araba, vengo svegliato dall’autista che mi fa parlare in inglese con le sue tre figlie, è orgoglioso che loro parlino già inglese alle elementari. Mi spiega che questo è possible solo perchè vanno in una scuola privata, purtroppo in quelle statali si inizia a studiare inglese solo alle superiori. Chiedo all’aiutante se vuole fare cambio di posto, e vado dietro e mi sdraio sul lettino e mi addormento quasi fino ad Arusha quando inizia a fare freddo, era uno dei miei sogni di bambino dormire nel lettino di un camion … Arrivati ad Arusha devono parcheggiare il camion in un area apposita, e io mi dirigo affamato verso un albergo dove spero di trovare l’acqua calda e la cucina ancora aperta …
Kondoa S 4° 90.381’ E 35° 77.693’ – Babati S 4° 21.666’ E 35° 75.050’
120 km