Chris Froome chi è costui?
Avrei dovuto scrivere da almeno un centinaio di chilometri da Nairobi, invece scrivo dalla cameretta che i ragazzi di David hanno liberato per me nel compound di Kikuyo, subito dopo il più famoso quartiere di Karen, che si crede si chiami così perchè vi abitava Karen Blixen, l’autrice de “La mia africa”; l’origine del nome è in realtà un po’ più complicata anche se la stessa Blixen ha affermato che il quartiere porta il nome in suo onore. Insieme a me dormiranno una quindicina di biciclette di marca, di cui una appesa alla trave che sostiene il tetto in lamiera, e una motocicletta temporaneamente fuori uso. Fa freddo. Appesi alle pareti tanti pettorali di gare tra cui la Cape Epic, che se non sbaglio David ha fatto otto volte, e un poster di Mario Cipollini.
David Kinjah è venuto a trovarci verso le 9 alla Mvuli House con un gruppo di giovani ciclisti per accompagnarmi fino a Thika; Serena avrebbe dovuto fare qualche video prima di prendere l’aereo per Lusaka. Prima di partire ha dato un’occhiata molto professionale alla mia bici e ha diagnosticato un problema alla forcella, o meglio al manubrio: c’erano delle specie di cuscinetti, che non sapevo nemmeno esistessero, che si erano usurati, inoltre uno era stato montato al contrario. David ha i pezzi ricambio ma a casa sua a 23 km dal nostro albergo. Ci andiamo in taxi mettendoci il doppio di David e i ragazzi in bicicletta a causa del traffico. Il manubrio viene sistemato velocemente, poi hanno rimosso e sistemato il movimento centrale.
La casa di David è semplice ma arredata con gusto, nella sala 2 biciclette appese alle travi fanno parte integrante dell’arredamento, con tutti i trofei vinti in giro per il mondo, tante riviste e cassette del Giro d’Italia e del Tour de France, ma anche di triathlon.
Dopo mangiato abbiamo guardato due spezzoni di tappe in cui un Pantani, pre squalifica di Madonna di Campiglio, faceva esaltare i ragazzi e, a dire il vero, anche me. Il figlio di David, che saluta allungando il pugno in cerca del tuo come i rasta, si diverte a far girare le ruote di una delle biciclette che riesce a raggiungere scalando il divano. Mi fa venire in mente Chimba con la malaria e la tonsillite, e il piccolo girato al contrario, ma si raddrizzerà in tempo, ne sono sicuro.
È molto tardi ma siamo pronti a partire; penso che farò una sessantina di chilometri, monto le borse, David e i ragazzi sono pronti, è arrivato il boda boda, la moto che porterà Serena per il video; partiamo. Il cambio dà subito segni di squilibrio! Cambi uno e scendi, o sali, di tre rapporti! La catena cade … Ieri mentre ero alle ambasciata Serena ha portato la bici da un altro meccanico, che ha messo il cambio nuovo giunto dall’Italia … ma qualcosa non ha funzionato! Secondo David bisogna cambiare tutte le corone, sia dietro sia davanti. Visto che sono a meno di un terzo del viaggio, non so se mi faranno entrare in Etiopia prima del 15 luglio, e i componenti della mia bici hanno fatto molti chilometri anche prima di questo viaggio: decidiamo di cambiarli, ma ormai è tardo pomeriggio, devono trovare i pezzi giusti nelle montagne organizzate di ricambi che hanno nelle stanze magazzino come quella dove dormo, quindi ripartirò domani mattina.
I ragazzi che fanno parte del progetto si allenano tutti i giorni, alcuni vanno a scuola altri no, perchè sono arrivati qui tardi e quando si hanno 16 o 17 anni è difficile trovare la motivazione per tornare sui banchi. Così molto pragmaticamente David, oltre all’attività sportiva, insegna loro l’arte della manutenzione delle due ruote.
Dopo la merenda siamo andati tutti in bicicletta a giocare a calcio qui vicino, prima ci siamo riscaldati disponedoci in cerchio e passandoci 4 palloni stando attenti a non farli andare oltre di noi, poi ci siamo scatenati in una partitella, durante la partita David ha ricevuto la notizia che Chris Froome, ha vinto la tappa di oggi del Tour de France. Chris, kenyano bianco di famiglia povera naturalizzato inglese, che corre ora con team Sky è un grande amico di David che è stato il suo primo allenatore. David era contentissimo e ha ricevuto tantissime telefonate di congratulazioni e richieste di informazioni, era un po’ come se avesse vinto anche lui. Lo capisco. Il suo progetto ha pochi fondi, ma lui ci crede e si vede, e penso ci rimetta anche del suo, David è un role model che ha presa sui ragazzi, è se stesso, predica quello che lui stesso fa, si diverte e attacca sulle salite come un ragazzino. Mi ha stupito che il taxista, come molte altre persone per strada lo riconoscano, e lo salutano.
L’Africa ha bisogno di tanti David Kinjah!
(David ha una pagina su facebook e un sito www.safarisimbaz.com)