Quanti spaghetti in Etiopia!
Ma di cosa sono fatti? Sembrano a metà strada tra i nostri e quelli di riso cinesi …
Mi sono svegliato un po’ più tardi del solito, nonostante la preghiere provenienti dalla moschea sono iniziate alle cinque del mattino e finite verso le sette! Ho pulito la bici e le borse, ho scritto il post e sono andato a fare colazione. Ordino delle uova. Sono finite! Cosa posso prendere? Il cameriere mi cita a memoria lo stesso menu di ieri sera … vada per gli spaghetti con ragù … in fondo sono quasi le undici … con succo di mango centrifugato fresco … alla fine ne prenderò tre! Mentre faccio colazione noto che la bandiera etiope issata di fronte ad una banca opposta all’albergo, è agitata dal vento nella direzione che prenderò io … poi Giorgia mi conferma che dalle sue ricerche le risulta che chi viene giù dal Cairo spesso si lamenta del vento contrario nelle ultime tappe in Etiopia … evvai penso!
Fotografo la bici in bamboo insieme con le casette in bamboo dell’hotel, il manager dice che la mia bici è ‘very smart!’ … Prima di partire Mohamed, somalo residente in Etiopia, vuole offrirmi un caffè, poi un altro, ci facciamo fotografie reciproche, mentre beviamo un buonissimo caffè di miscela ‘arabica’ …
Corroborato dal vento e dai caffè, inizio a percorrere i 105 km che mi separano da Mega di buona lena, la velocità è sostenuta, la strada è dritta e i dromedari sono tantissimi, i veicoli sono pochissimi.
Il primo approccio con l’Etiopia è sorprendente, io sono contento di essere qui e penso, si veda sulla mia faccia, perchè un pastore di dromedari mi dice ‘why are you so happy?’ … Tra Moyale e Mega i villaggi sono pochi, i bambini che lavorano come pastori sono tanti, in generale l’inglese è meglio di Kenya e Tanzania, e si pronuncia il ‘th’ come i francesi quando parlano inglese, ‘ze’, mentre in Kenya era più un ‘de’, tant’è che thiry, trenta, in Kenya ha la stessa pronuncia di dirty, sporco.
I bambini etiopi sono i più curiosi incontrati finora, mentre ad un bambino kenyano o tanzaniano non sarebbe mai venuto in mente di toccarti la bici, questi non si fanno problemi toccano cambio, cronometro, borse … per ora non mi fanno arrabbiare perchè anche io ero così da piccolo …
Sulla strada è un succedersi di salite e discese, intervallate da lunghi falsipiani, termitai rossi si alternano a termitai bianchi, piccole antilopi mi attraversano la strada più volte, tanti uomini senza divisa hanno il fucile a tracolla … saranno poliziotti in borghese? … non chiedo visto che mi salutano contenti … In cima a una salita dove mi fermo a bere, una famiglia numerosa mi viene incontro e mi fanno fotografie col cellulare … chiedo se posso fare delle foto anche io … acconsentono … se devo fare una foto a una persona di solito chiedo sempre … cosa penserei io se un senegalese mi rubasse una foto in Italia? …
Mega non ha niente di mega, se non i quasi cinque chilometri di salita che la precedono, sull’ultimo pezzo di salita vengo incoraggiato da due vecchi squilibrati, degli studenti e una bambina che mi accompagna dandomi la mano fino a quando riesco a salire con una mano sola. Quando sull’ultima salita l’Ipod, aggiornato da Serena, lancia ‘Eye of the tiger’ di Rocky trovo le energie che non ho e penso per un attimo, come sia potuto succedere che siamo andati fuori strada …
Non c’è reciprocità nella libertà di movimento. Io ho preso i visti dei sei Stati che attraverserò con relativa facilità, posso andare dappertutto senza problemi, col nuovo passaporto anche negli Stati Uniti senza visto … per un africano tutto è più difficile, devi dimostrare di avere un reddito, soldi su di un conto corrente, assicurazione, qualcuno che garantisce per te … la dignità umana non ha lo stesso valore … il passo tra un pericoloso economico pullman ed una costosissima marcia barca per l’Italia è breve … non importa se non si sa nuotare è come se non si sa guidare … se il pulman atterra storto o l’autista ha un colpo di sonno il risultato sarebbe lo stesso … ma qui non ne parlerebbe nessuno … non è difficile passare un confine in Africa se non si vuole il timbro sul passaporto …
A Mega ho trovato una stanza in un hotel senza nome e senza zanzariera, ma hanno spruzzato l’insetticida, bagno esterno alla turca, mi sa che la prossima doccia calda la farò ad Addis Abeba … Dopo aver scartato un primo albergo con discoteca annessa, mi ha portato qui una bella donna, Sara, a cui ho chiesto se c’era un altro posto. Sara fa parte delle tentazioni che capitano in un viaggio così, tentazione di prendere a calci la bici, tentazione di tornare da Giorgia e i bambini, tentazione di salire su un pullman, tentazione di passare la notte con qualcuna, … per ora sono ‘stato forte e di buon coraggio’.
L’Etiopia mi ha accolto molto bene, grande festa sulla strada e tanta collaborazione, l’inizio è veramente incoraggiante. E’ un paese unico, mai colonizzato, con tante cose tipiche che ci sono solo qui … speriamo di capirci un po’ di più!
Moyale (Etiopia) N 3° 53.998’ E 39° 05.284’ – Mega N 4° 05.696’ E 38° 31.155’
105 km