24 km/h di media record assoluto di questo viaggio!
Questa meravigliosa parte finale della Rift Valley con prati, laghi e anche vigneti … è passata velocemente ma non troppo per non farsi ammirare.
Quando vai così non vorresti mai scendere dalla bici, è come fare l’amore per ore con la donna che ami.
Ero partito con l’idea di andare a Meki, o un po’ più in la, pioveva, pensavo la strada salisse e mi facevano male le gambe, quindi i 117 km a Meki mi sembravano un obbiettivo ragionevole … Poi una volta in sella è uscito il sole, la strada era bella, abbordabile, e il vento era con me … Così piano piano ho iniziato a pensare di raggiungere Mojo, così domani potrò arrivare ai 2380 metri di Addis in tarda mattinata o nel primo pomeriggio, organizzare la manutenzione della bici … Oggi ho capito cosa passa nella testa di quei ciclisti che partono con una fuga poco convinti e poi chilometro dopo chilometro capiscono che ce la possono fare.
L’euforia da fuga mi ha progressivamente pervaso. Tant’è che al 90 km, nella pasticceria in questa sorprendente Etiopia, dove sono entrato per un rifornimento volante, devo essere sembrato squilibrato alle cameriere, ho preso una fetta di torta, un succo di avocado, una coca cola, poi un’altra fetta di torta e un’altro succo di avocado il tutto in meno di 10 minuti. La commessa dietro il bancone rideva … così prima di pagare le ho detto che volevo un’altra fetta di torta … era sconvolta … poi le ho detto ‘scherzavo’ … tutti i presenti sono scoppiati a ridere e mi hanno fatto gli auguri di buon viaggio.
Nella stessa pasticceria due vecchietti con la facce piene di rughe, mi hanno chiesto preoccupati come faccio quando piove … anche mio padre che è stato rioperato oggi al piede mi ha chiesto se sto bene … poi un ragazzo etiope con l’accento americano e una panza come fino ad ora ne ho viste poche in Etiopia mi ha chiesto del viaggio … poi quando mi ha superato al volante di una macchina sportiva mi ha chiesto se volevo una bottiglia d’acqua … l’ho presa e bevuta alla fine … quando tiravo di brutto piatto sul manubrio tantissima gente mi ha detto ‘very good’ … tutte queste cose mi fanno sorridere e sentire meno solo … e dimenticavo anche tanti ‘welcome!’ …
A colazione ho conosciuto un rasta giapponese, alto e magro con i dreadlocks , che è arrivato qui passando da Corea, Dubai, e Kharthoum per risparmiare sul volo diretto. Vacanza di cinque giorni di 2 passati a letto per dissenteria … con quello che avrà mangiato su quegli aerei … Mi ha spiegato la differenza tra rasta e bobo rasta, questi ultimi sono quelli che infilano i dreadlocks dentro la tabal e sono più integralisti …
A Shashamane e nei paesi successivi ho visto tanti calessi, che fanno concorrenza ai Bajaj, le copie dell’Ape taxi. Sulle strade ci sono veicoli troppo eterogenei, auto, carretti trainati da asini, camion, calessi, motociclette e … io. Sarà per via di una campagna shock per la sicurezza stradale, che mostra su dei cartelloni pubblicitari immagini di vari tipi di incidenti, ma gli autisti etiopi sono quelli che mi rispettano di più.
Molte mucche, pecore ed asini attraversano la strada causando frenate improvvise, rallentamenti e cambi repentini di direzione, ho visto che uno dei metodi che i pastori, più o meno giovani, usano per farle tornare ai bordi della strada … è tirare sassi …
Shashamane N 7° 2’ E 38° 6’ – Mojo N 8° 59.41’ E 39° 12.14’
175 km