Trentunesima tappa

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Diluvia!

Per la prima volta devo tirare fuori la mantellina, considerando che siamo nella stagione delle piogge sono anche stato fortunato … dopo una dozzina di chilometri la pioggia lascia spazio al sole.

La strada sale con salite molto pedalabili, il traffico è il più intenso incontrato finora, il livello di CO2 altissimo, la strada è stretta e un semivolo nel risalire dalla stradina laterale dove ero finito a causa di un trasporto eccezionale, mi fanno capire che devo stare concentrato al massimo. In un tratto dove dei camion hanno perso molta della terra che trasportavano mi si blocca la ruota dietro a causa del solito problema dovuto al pochissimo spazio tra ruota e parafango. Ho deciso che domani lo rimuoverò. E’ incredibile come più si va avanti e più si diventa essenziali.

Entrare in una grande capitale in bici permette di vedere come la città via via si modifica dalla periferia al centro. Addis, nel senso in cui l’ho percorsa io è una città in salita, la topografia tradisce la presenza italiana, rotonde e i semafori hanno qualcosa di familiare come in nomi di alcuni luoghi Piazza, Cinema Etiopia, … Le indicazioni di Giorgia, più qualche richiesta di conferma a polizia e passanti mi portano all’albergo Semien senza errori, è un posto carino pieno di vita dove farò lavare un po’ di roba in lavatrice, perchè io a mano non riesco più a farla diventare pulita. Senza il supporto logistico di Giorgia sarei più indietro o avrei dormito molto di meno …

T31-P1030004Appena arrivo chiamo il mio contatto Mr. Demeke, segretario generale della Federazione Ciclistica Etiope per fare il tagliando alla bici. L’efficienza è stupefacente, mi da appuntamento con la bici al Cinema Etiopia, che è qui vicino, e poi mi porta da ciclista di sua fiducia dove lasciamo la bici. Poi in albergo di fronte ad un caffè e latte per lui e un succo di papaya per me, mi racconta del ciclismo etiope e africano. Ci sono una ventina di squadre in Etiopia ed un team nazionale che compete in tour che non sapevo esistessero come quello del Ruanda o di Dubai, di cui avevo visto la premiazione in televisione, senza capirci niente tre giorni fa. Mi racconta della difficoltà di reperire bici di qualità e pezzi di ricambio, per via dei costi elevati e della totale assenza, Sud Africa a parte, di distributori. Mi parla con orgoglio di due ciclisti uno professionista in Sud Africa e un altro che si allena con una squadra Svizzera. T31-P1030009Purtroppo non sono riusciti a qualificare nessuno per le Olimpiadi anche a causa di alcuni infortuni. Mi spiega che il ciclismo qui, come in Eritrea, è stato introdotto dagli italiani e mi illustra i suoi due progetti: organizzare il Giro del Nilo, tra Egitto, Sudan e Etiopia ed aprire ad Addis un centro di distribuzione dei ricambi per tutta l’Africa dell’Est. Ha buoni rapporti con le federazioni dei paesi vicini e mi fornirà il contatto del suo omologo in Sudan. Mi confida che quando si incontrano alle gare con la nazionale eritrea, sono tutti amici come fratelli, anche se la politica va in un altra direzione lo sport unisce, non ho mai capito i boicottaggi olimpici e non credo siano mai serviti a niente e sono contento che l’Italia andò sia a Mosca che a Los Angeles. Gli ho spiegato cosa fa la Sport2build, è convenuto sull’importanza dello sport come strumento educativo e come mezzo per favorire il cambiamento sociale. Alla fine mi ha dato dei suggerimenti importanti per le tappe che mi separano dal Sudan prendendo in prestito una cartina dal negozietto dell’albergo … in Etiopia mappa si dice … carta … Ci siamo detti arrivederci e non si sa mai che in futuro potremmo fare qualcosa insieme.

Vorrei incontrare Haile Gebrselassie, ci ho provato in molti modi ma non so se ce la farò …

T31-P1030014Internet c’è solo nella hall dell’albergo, questo è un bene, primo perchè così vado a dormire a un’ora decente, secondo, perchè stando tutti giù col laptop si fanno incontri interessanti. Ieri ho incontrato un sudanese che mi ha dato consigli utili per quando attraverserò il suo paese, mi ha anche detto, che troverò un caldo bestiale, accoglienza genuina, e che i problemi del Sudan non si sono chiusi con l’indipendenza del Sud Sudan, e che più o meno gli stessi problemi stanno sorgendo anche a Est …

Infine ho incontrato un australiano figlio di italiani, di Vallo della Lucania, che si lamentava dell’Australia … ‘si lavora, si mangia, si guarda la televisione e basta’, ‘troppe tasse, multe e telecamere dappertutto’ … ‘sei uno schiavo del sistema’ … ‘non c’è storia, cultura’ … poi ‘se sei ragazza madre, nero, o drogato lo stato ti aiuta se sei un onesto lavoratore son cazzi …’ … ‘le case costano troppo’ … ‘voglio andare a vivere nelle Filippine, la con la polizia ti puoi mettere sempre d’accordo, la vita costa poco’ … ‘sono andato in bici dal Canada al Messico, ma il giro, il tour e lo sport mi fanno schifo’ … ‘quando voglio dormire c’è sempre un’ambulanza che va a prendere uno schifoso drogato che mi rompe i coglioni’ … ‘andrò in pensione a 67 anni e guadagno 90,000 dollari all’anno guidando treni’ … penso che un macchinista italiano guadagni molto meno … il mondo è bello perchè è vario … e viva lo stato sociale dell’Australia!

Mojo N 8° 59.41’ E 39° 12.14’  – Addis Abeba N 9° 00.01’ E 38° 43.00’

74 km