Oggi mi sono piaciuto!
A 70 km dalla partenza mi sono fermato all’Hotel FM International, dove sapevo esserci un internet point, ho mangiato una torta fantastica, con succo fresco di avocado e mango e … due cappuccini … quando stavo per ripartire si è scatenato un temporale torrenziale … il cameriere mi ha detto ‘è meglio che resti qui stanotte …’ … certo il posto era bellissimo … anche oggi non stavo benissimo … ma per me 40 km in più al giorno sono importanti … anche perchè il traghetto di Wadi Halfa, unico modo di entrare in Egitto dal Sudan, parte solo il mercoledì, quindi se voglio arrivare per le Paralimpiadi … devo prenderlo all’8 agosto o al massimo il 15 … quindi ho detto ‘no grazie’ mi sono messo la mantellina e sono uscito … l’usciere ha voluto accompagnarmi alla bici con l’ombrello … almeno fino li non mi sono bagnato …
I primi 15 chilometri sono in discesa, dopo tutte le salite per arrivare a Debre Marcos, andare in discesa con la pioggia mi è sempre piaciuto, è come provare un doppio senso di libertà, poi il solito ripetersi di discese e salite, quanti valichi senza nome che in Europa, avrebbero un cartello con l’altitudine un albergo, un bar e dei chioschi … qui il massimo che si può trovare sono delle cappelline di metallo con dei preti ortodossi … Gli ultimi 10 chilometri si scende ancora, c’è il sole, ma contemporaneamente piove violentemente, in modo strano è come se l’acqua uscisse da una doccia che non funziona bene, quindi ci sono zone dove cadono poche gocce e altre dove diluvia, per fortuna dura poco.
La geografia non cambia molto da quando ho lasciato Addis, distese verdi a perdita d’occhio, mucche più che in Svizzera, qualche zona arata fresca, l’unica differenza in questa tappa è la presenza di tortuosi torrenti e fiumi ricchi d’acqua del colore del fango, che probabilmente prima o poi finiranno nel Nilo. Lungo la strada c’è molta gente e fa freddo, ma molti, soprattutto donne camminano scalzi sull’asfalto, molti seppur senza scarpe hanno l’ombrello, che usano anche per randellare mucche e soprattutto asini. Siamo nella stagione delle piogge, e le scuole sono chiuse, le vacanze sono come in Italia, da giugno a settembre, ecco anche il perchè di tutti questi bambini in giro. Molti pastorelli fanno schioccare la frusta quando passo, in segno di saluto e per chiedere soldi, quando lo fanno troppo vicino a me li rimprovero, ovviamente è un eufemismo, …
Ogni tanto vedo facce dai lineamenti tipicamente italiani … non si può mica solo fare la guerra … la gente si muove molto tra queste montagne, e ho l’idea che molti vivano veramente in condizioni non molto diverse da quelle che trovarono i nostri soldati settant’anni fa, case di fango, vestiti essenziali, pesi devastanti sulla schiena delle donne, bastoni, calessi, frusta, carretti trainati da asini, … unica modernità per qualcuno il cellulare …
L’essere stato forte e di buon coraggio mi ha premiato, perchè arrivato a Dembecha, ho trovato un solo albergo, il Makal, che per 100 birr, 5 euro, mi ha fornito una camera al secondo piano con acqua calda, oltre a televisione e parquet … se penso a quello che ho mangiato stamattina mi viene il vomito non perchè fosse cattivo ma perchè non ho appetito devo aver mangiato qualche minchiata … cosa molto probabile in un viaggio di questo tipo …
Oggi ho incontrato una coppia, lui sudafricano e lei rumena, che stavano tornando in Romania in macchina, … poi appena prima dell’ultima discesa un ragazzo in bici, che mi ha salutato e abbracciato come se avesse visto Pantani … ci sono pochissime bici in giro ma chi la usa tutti i giorni è spesso appassionato …
Dejen N 10° 17.698’ E 38° 12.394’ – Dembecha N 10° 55’ E 37° 48.333’
116 km