Articolo mandato dal laptop di un poliziotto nel mezzo del deserto
No le persiane non le avevo considerate …
Ieri sera ero così stanco che non mi ero accorto che c’erano le tapparelle, quindi stamattina dopo aver spento la sveglia puntata alle 6 per il tappone, ho dormito fino alle dieci! Poco male perchè nella notte c’era stato un diluvio universale, i dipendenti dell’immigration office sono arrivati tardi, e i miei documenti sono venuti pronti verso mezzogiorno e io … un paio d’ore dopo …
Uscire da Khartoum è stato molto più agile che entrarci, in venti minuti le pozzanghere e il fango hanno vanificato la fantastica doccia dell’Acropole hotel, traffico intenso, tanta gente che mi chiede dove vado e da dove vengo, poliziotti gentili, un po’ meno precisi nelle indicazioni chilometriche degli imbattibili etiopi, e un benzinaio proattivo che mi ha aiutato a lustrare cambio e catena mi hanno portato fuori Khartoum senza accorgemene.
La strada per Dongola è bella, recente, o poco utilizzata, i chilometri sono segnati uno ad uno, ci sono dei posti di blocco, dove oltre a fornire il passaporto, bisogna lasciare una copia del permesso di viaggiare a Nord e di fare fotografie, ho solo tre copie se continuano con questo ritmo domani sono già finite, e pensare che il primo poliziotto stava prendendo la fattura dell’albergo … ad un altro posto di blocco, presso a 35 km/h, ho fatto finta di non sentire il poliziotto che mi chiamava … non mi hanno inseguito …
E’ la prima volta che pedalo nel deserto, il vento a favore mi ha aiutato a goderne il fascino inconsueto per chi è sempre vissuto in regioni molto verdi, la sabbia rossa, le dune intermezzate da qualche arbusto si susseguono, interrotte da alcune industrie di mangimi per galline e uova. Ci sono anche delle zone verdi recintate, penso siano dei progetti di riforestazione o qualcosa di simile. Per ora i villaggi, o gli assembramenti di case sono abbastanza frequenti, il nulla riportato da altri che ci sono passati in bicicletta non c’è, certo non ci sono alberghi o supermercati, io ho trovato una branda a cielo aperto da una famiglia di pastori, ci sono capre e cammelli, curiosità, pochissima possibilità di comunicare, e una polenta scura zuccherata in un latte dolce, che non essendo di capra suppongo sia di cammello, o meglio di dromedario …
Sono stato accolto solo dagli uomini le donne stanno distanti in un altra casa, siamo riusciti a scambiarci i nomi, dopo venti minuti, Mohammed, l’anziano capo famiglia, Abbas e Ali, che potrebbero essere sia nipoti che figli … penso i figli dormiranno qui vicino a me … suonano una piccola chitarra, che assomiglia ad un arpa in mignatura, sempre la stessa bella canzone …
Siccome avevo il dubbio che potesse piovere, ho chiesto ai miei ospiti le previsioni del tempo per la notte, siccome non ci capivamo, ho preso una bottiglietta d’acqua e ho fatto il gesto dell’acqua che cade, … mi hanno detto che non pioverà …
Intanto il vento continua a soffiare a Nord, la luna è coperta dalle nuvole, mi sembra di capire che i miei ospiti hanno sonno, perchè hanno iniziato a suonare a ritmi più serrati, e gli sbadigli sono più frequenti, si sono divertiti a vedere i miei video girati in Zambia, soprattutto per la vegetazione che qui non c’è, e annoiati tremendamente mentre scrivevo … prossima volta devo imparare almeno dei rudimenti di arabo …
Non sono riuscito a capire la località, come per gli analfabeti, rimane solo la X rappresentata dalle coordinate che il mio gps indica in N 16°15.994’ E 031°50.671’ (11 chilometri prima di Buhat, un paese con quattro case e un bel cartello).
Con questo vento domani potrebbe uscire un tappone fantascientifico …
Khartoum 15° 55,010’ E 32° 53,224’ – Casa di pastori lungo la strada per Al Dabbah N 16°15.994’ E 031°50.671’
119 km