Quarantottesima tappa

Non penso l’inferno esista veramente …

… ma se mi sbaglio probabilmente sarà simile alla tappa di oggi …

Sulla carta una semitappa di avvicinamento a Wadi Halfa, pensavo di arrivare prima dell’una, invece sono arrivato alle sei … 13 km/h di media … più caldo di ieri e un vento contrario caldo e fortissimo … sembrava di avere un phon puntato su tutto il corpo ma dove da più fastidio è in faccia … vorresti respirare come quando nuoti … ho il pensiero ricorrente del Picornell la mia piscina preferita … mi vedo che mi tuffo … faccio qualche vasca esco e bevo una birra ghiacciata con intorno il Montjuic … invece nelle mie soste mi devo accontentare di qualche bibita varia, uno yoghurt, e di tanta acqua un po’ sabbiosa delle otri che bevo solo quando la bocca rischia l’autocombustione … birre sono vietate in Sudan … sarà per questo che si trovano una serie di bibite gasate alla mela, alla ciliegia, al mango, … che riesco a bere solo in casi estremi … l’acqua in bottiglia non si trova spesso … mi fa ridere che a volte queste bibite gasate hanno la bottiglia e l’etichetta simile a quella di una birra belga …

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Settanta chilometri contro questo vento mi hanno letteralmente distrutto! In una sosta verso le due del pomeriggio, quando il caldo è al massimo, vengo accolto da dei viaggiatori in pausa su di un tappeto verde sotto una tettoia di paglia, mi guardano come si guarda un pazzoide, mi chiedono da dove vengo, mi dicono che oggi c’è un caldo eccezionale, vorrei una Sprite ghiacchiata, fantastica per rivitalizzare la bocca, ma ci sono solo bibite calde … dopo 10 minuti arriva un camion … stanno scaricando qualcosa … ghiaccio … sembra proprio ghiaccio … è ghiaccio in lastroni di un metro … vorrei prenderne uno abbracciarlo e baciarlo fino a che non si sciolga del tutto … il posto del ghiaccio è vicino al mio posto sul tappeto … ne approfitto per far scendere la mia temperature ad un livello accettabile … e sistemo una coca cola in modo che geli in fretta …

Oggi ho incontrato per la terza volta la coppia di romeni che sta tornando in Romania dal Sud Africa, mi hanno rifornito di acqua fresca, e comunicato che alle dieci del mattino la temperature era solo di 40 gradi …

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A parte i secondi dieci chilometri il vento non mi ha mai dato tregua, sono arrivato ad Abri sfinito, grazie a Dio, sono stato invitato a una cena post ramandan, un po’ diversa dalle altre, con poche persone e tanti cibi diversi, che mi ha rimesso un po’ in sesto, sono in un hotel il che significa che sul solito letto con la rete di filo per stendere ho un materasso, vista cielo aperto su un’antenna con lampeggiante rosso intermittente, da un bar vicino si sente la telecronaca di un torneo estivo europeo dove parlavano di Ancelotti … il calcio ha un potere sociale comunicativo enorme … ragazzi che sono in difficoltà a parlare inglese sono sciolti quando parlano di calcio dallo Zambia a qui …

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In una fredda sera d’inverno di qualche anno fa, mia madre mentre era in giro col cane, trovò un’extracomunitaria per strada che le chiese aiuto, non aveva un posto dove dormire, così la portò a casa e la fece dormire nella camera degli ospiti. Mi ricordo che mi chiamò in Zambia e mi disse che tanti le avevano detto che aveva sbagliato, che non doveva fidarsi, che non sapeva chi era e cosa faceva … ma per lei era una cosa normale ed era contenta di averlo fatto … grazie a Dio i sudanesi la pensano come lei se no io tra Ramadan e carenza di alloggi avrei fatto veramente fatica in Sudan …

Abu Sara N 20° 18.346’ E 30° 34.660’ – Abri N 20° 78.580’ E 30° 33.668’

80 km