Sveglia alle 4 e 59 del mattino …
Non voglio rimanere intrappolato nella morsa di caldo e vento anche oggi, rimbalzo la sveglia solo una volta, tutti intorno a me dormono, alcuni su letti come il mio, altri su tappeti e uno di fronte a me su di un cumulo di sabbia grigia che sembra molto comoda a giudicare da come dorme …
Mentre riavvolgo il sacco a pelo, che ho usato fino alle ginocchia, e faccio le borse mi forzo di mangiare una decina di biscotti digestive e dei fichi secchi che avevo comprato a Dongola, prendo a credito delle bustine di latte dolcissimo dal freezer della kafeteria e faccio un po’ di foto.
Voglio partire in fretta anche perchè ho visto che il vento aumenta proporzionalmente all’aumentare del caldo, ma trovo tempo per qualche foto al sole che sorge e a me stesso, sono contento che l’autoscatto abbia ripreso a funzionare, e la macchina fotografica si è ripresa e non mi da più quegli ‘errori si sistema’ che mi ha dato negli ultimo due giorni a causa di qualche abbondante doccia dalle otri … il blackberry non si è ancora ripreso … e non so se si riprenderà … adesso ha lo schermo che sembra un quadro naïf … però si legge …
Coca, thè, e via! Il sole a Est alla mia destra, la mia ombra allungatissima sulla sinistra, so che fino a che l’ombra sarà sul lato mancino pedalare sarà più facile, parto con una determinazione esagerata, voglio essere a Wadi Halfa prima dell’una, mi trovo tante volte in piedi sui pedali sulle salitelle e piatto sul manubrio in discesa, non devo pensare di farlo mi viene naturale, godo di alcune zone d’ombra che le montagne proiettano sulla strada, la temperatura è accettabile. A parte una kafeteria dormiente, pochi chilometri dopo quella dove ho dormito, non c’è niente, e non ci sarà più niente fino a Wadi Halfa.
Verso le otto vengo raggiunto da due Land Rover, una con una coppia di svedesi diretti a casa, e l’altra con una coppia di australiani diretti a Londra, che si fermano perchè sono ‘impressed’ di vedere un ciclista solo nel deserto, mi offrono acqua fresca, che abbino all’ultima barretta del rifornimento di Serena a Nairobi. Mi dicono la temperatura è per ora solo 31°, ieri alla stessa ora era già 40°, parleremmo molto di più se io non avessi paura del caldo e loro di non trovare posto sul traghetto.
Ci sono due o tre dei cartelli di paesi, ma non sono sulla strada e non si vedono nemmeno in lontananza, non c’è anima viva, le uniche persone che vedo stanno riposando sotto un camion, il caldo aumenta, vento contrario e a favore si alternano, a seconda che la strada giri a sinistra o a destra, l’ipod si scarica, l’unica musica è quella del vento, dune, pietre nere, si alternano a pensieri e soluzioni, che solo il tempo dirà se erano buone.
Ad una trentina di chilometri da Wadi Halfa vengo raggiunto da una Land Cruiser, che ha montato dietro un specie di piccolo camper, alla guida una coppia di trentenni che stanno tornando a casa dopo un giro lungo dieci mesi iniziato in Namibia. La ragazza rappresenta la proattiva efficienza tedesca, prima mi propone di mettere la bici nel camper e andare con loro … Scherziamo? Sono arrivato fino qui per fare gli ultimi chilometri in macchina? … Quindi convinta dalla mia reazione, mi offre dell’acqua fresca ‘filtrata’ nel camper … ovviamente accetto … scende dalla macchina … apre la porta del ‘camperino’ … schiaccia un bottone … e una scaletta scende automaticamente! … l’acqua è trasparente non marroncina come la mia … guadagna punti quando mi offre una mela … prima di salutarci mi riempie nuovamente la bottiglia da due litri … e mi ricorda che ‘water is essential’ … grazie non lo sapevo … sono agli ultimi 30 chilometri di deserto non ai primi tre …
Negli ultimi trenta chilometri il vento e il caldo aumentano, vengo anche investito da un vortice di sabbia che mi costringe a fermarmi e a girarmi di schiena per ripararmi dalla sabbia volante che mi arriva addosso.
Il cartello Wadi Halfa arriva prima del previsto, ma è solo un illusione perchè la distanza per raggiungere la Bank of Khartoum, dove ci sono il mio contatto Magdi e l’albergo, è tale da riportare il chilometraggio a quello previsto.
La città è carina, addormentata dal Ramadan, c’è un po’ di verde difeso da autobotti che pazientemente innaffiano gli alberi uno per uno, appena arrivo in albergo, mi addormento dopo la doccia. La camera è senza finestre, c’è una porta senza vetri che da su un balconcino, la luce entra dagli imperfetti telai delle porte, ma ha l’aria condizionata, il vetilatore e un piccolo frigorifero. Al pomeriggio lotto per un paio d’ore con la connessione nell’unico internet point del mercato, vista la velocità mentre tento di allegare una foto, faccio un salto in una kafeteria pasticceria dove mi concedo un paio di dolci al miele con yogurt magro …
Il gestore dell’internet point e due suoi amici mi invitano per la cena post Ramadan, siccome è presto riesco a vedere mezzora di olimpiadi a casa di Khalid, che mi regala una bella tunica di cotone, che porterò a casa insieme ai tantissimi bei ricordi di questo bellissimo paese.
Melik el Nasir N 21° 25’ E 30° 75’ – Wadi Halfa N 21° 79.285’ E 31° 37.13’ 97 km